Was es ist?

-Was es ist? ~ - se lo chiedeva spesso. Quella strana sensazione che si provava a stare distesi su un prato verde, cullato dal vento, in un silenzio quasi assordante mentre solo le fronde degli alberi si muovevano. Alcuni la chiamavano pace, alcuni la chiamano libertà, alcuni la chiamano tranquillità. La denominazione più azzeccata, secondo il Prussia, era calma prima delle tempesta.

Con passo svelto, stringendo la cartellina in pelle sotto il braccio, mentre faceva svolazzare qualche foglio - senza preoccuparsi di raccoglierlo -, Germania stava cercando di dirigersi verso la sala docenti, pronto ad approfittare di quel poco tempo libero che aveva prima dell'inizio della prossima lezione.
Quasi urtò un vetro per cercare di accellerare il passo. E fu in quel momento che osservò una figura familiare stesa sul prato. Uscì, d'impulso, e la raggiunse.
E, sì, aveva indovinato: era Prussia.
Tossì sonoramente avvicinandosi, osservando dall'alto il fratello.

Che seccatura. Proprio ora che si stava per appisolare per qualche ora - in pratica tutto il tempo delle lezioni- qualcuno lo aveva interrotto. Sbuffò un po' tra sè, e roteò gli occhi in alto, verso quella imponente figura. Immediatamente sul volto dell'albino si abbozzò un sorrisetto, uno dei suoi. -Ohy, West!- lo salutò con la mano non scomodandosi ad alzarsi. -Indaffarato come sempre?- osservò constatando i milioni di fogli presenti nella cartellina di pelle del fratello minore, che uomo in carriera.

Annuì, poggiando la cartellina a terra e chinandosi, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
- E tu, cosa stai facendo?- domandò, con un certo tono severo. Del resto, era un professore, e non poteva certo permettere che un qualunque alunno - fosse pure Gilbert - marinasse le lezioni per darsi ad una maratona di sonno. Osservò lo sguardo cremisi del fratello, cercando una risposta decente, e non uno delle soliti giustificazioni che era solito dare l'altro.
- Allora?- aggiunse, alleggerendo il tono.
Udì un flebile click intorno a sè: non potevano essere gli irrigatori. Oforsesì.

Stava per sfoderare una delle sue più assurde giustificazioni - come ad esempio: è finita la birra (forse era veramente finita) - quando avvertì uno strano rumore metallico. Click. -Scheiße!- sbraitò avvertendo che ormai i suoi vestiti ormai non erano più lindi e asciutti come prima. Maledette irrigatori, maledetto bidello. I due tedeschi si erano trovati proprio in mezzo al campo di battaglia, e l'acqua aveva iniziato a svolazzare in tutte le direzioni, così, inevitabilmente, il povero completo di West era andato inesorabilmente perduto, ma sopratutto bagnato.Come del resto i vestiti di Gilbert.

Era troppo preso ad aspettare che l'altro parlasse, per accorgersi che le sue intuizioni erano esatte. I dannati irrigatori avevano preso a funzionare.
Si alzò immediatamente in piedi, recuperando la cartellina che conteneva i preziosi compiti che avrebbe fatto svolgere quel giorno in classe. Si trascinò dietro l'albino, rientrando per i corridoi e depositando dietro di sé pedate e pozzanghere: erano completamente fradici.
Oh, fantastico.
Guardò il ragazzo con un'espressione indecifrabile mista tra rabbia, agitazione e calma.

I ragazzi che quel giorno avrebbero svolto il compito, ormai illeggibile, di psicologia avrebbero sicuramente retto una statua in onore di Gilbert. Il fratello riuscì a trascinarlo in corridoio, quasi con fatica, e iniziò a fissarlo. Un'altra ramanzina da parte di West. O no. Decise di anticiparlo iniziando a ridere - West i tuoi capelli si sono tutti arruffati!- comunicò sapendo la fissazione che aveva dei capelli in ordine - e per l'ordine-. Si guardò poi la maglietta, completamente bagnata, inutile da indossare allora. Con un gesto veloce se la tolse stropicciandola per far cadere l'acqua trattenuta in essa,
"una giornata decisamente non monotona".

Fu zittito immediatamente dal fratello, che, conoscendolo, stava evitando la solita ramanzina quotidiana.
Puntò lo sguardo in alto, osservando qualche ciuffo biondo che ricadeva sulla fronte, nonappena l'altro parlò, e passò più volte la mano tra i capelli per cercare di sistemarli. Poi, tornò a fissare il fratello dopo aver perso ogni speranza.
- Ti pare normale?!- lo rimproverò, indicando la maglietta strizzata che ora, Gilbert, non indossava.

Gilbert spostò la testa leggermente di lato, come se non capisse - dovresti cambiarti anche tu West- lo rimproverò, da buon fratello maggiore. Si avvicinò a lui, tranquillamente, prendendogli di mano la cartella contenente le verifiche - orma non ti servono più ~ cinguettò lanciandole direttamente nel bidone della spazzatura. Sospirò, - Mi ringrazierai di averti tolto il peso di correggerle- commentò gesticolando come suo solito.

Fulminò con lo sguardo il fratello, nonappena sentì la cartellina scivolare sonoramente nel bidone.
Beh, effettivamente avrebbe potutto anche trarne dei lati positivi. E non è detto che si riferisse solamente all'ormai ex impegno della correzione delle verifiche.
- Seguimi - disse, lasciando il tono come sospensivo, senza però voler aggiungere nient'altro alla frase. Certo, certo che si sarebbe cambiato.

-Ja ja, ich komme gerne - cinguettò l'albino incamminandosi insieme al fratello, come se sospettasse qualcosa. Si appoggiò la maglietta ben stropicciata sulla spalla, ed iniziò a camminare stando qualche centimetro West. " West West West sei sempre il solito ~ " pensò osservando il suo viso, ora ancora più serio. Chissà dove lo stava portando.

Camminò per qualche metro lungo il corridoio, svoltando poi verso la palestra. Mirava agli spogliato: sicuramente qualcosa di asciutto e decente l'avrebbe trovato in quel posto - erano troppi gli studenti che dimenticavano i propri effetti per le aule scolastiche.
Quel cinguettare da parte di Gilbert, poi, gli era suonato in maniera fin troppo strana alle orecchie.